Rapporto tra luce diurna e la salute dei pazienti

sistemi luce naturaleSembra ormai accertato che la presenza di sistemi di luce naturale, che favoriscono la penetrazione dei raggi solari, migliori le condizioni degli ambienti interni e di coloro che vi soggiornano. Tali benefici sono largamente riscontrati anche in ambienti ospedalieri, in cui si muovono pazienti le cui condizioni di salute di partenza non buone.

 

 

 

Sistemi di luce naturale e guarigione

Sono stati condotti numerosi studi in merito alla correlazione tra luce diurna e guarigione nei pazienti ricoverati presso diversi ospedali. Alcune di queste ricerche si sono concentrate sulle unità di terapia intensiva, in cui la presenza di finestre, vetrate e lucernari è piuttosto ridotta. Nello specifico, dagli studi è emerso che nei reparti privi di aperture, i casi di allucinazione, disorientamento, perdita di memoria e delirio sono più frequenti rispetto alle unità dotate di sistemi di luce naturale. Ciò avviene perché la luce diurna fornisce ai pazienti una serie di informazioni sul meteo e sullo scorrere del tempo, che in qualche modo trasmettono sicurezza e permettono di orientarsi meglio; tutto ciò diminuisce lo stress nei pazienti costretti a letto. Significativo il fatto che tali benefici sono riscontrabili anche nel caso in cui le fonti di luce diurna non forniscano alcuna visuale sull’esterno. Ancora, il tasso di mortalità dei reparti di terapia intensiva che posseggono aperture e finestre è decisamente inferiore rispetto alle unità prive di fonti luminose naturali. Un altro esempio riguarda il fatto che i pazienti esposti alla luce solare rischiano in minor misura di sviluppare la cosiddetta “psicosi da unità di terapia intensiva”, un disturbo che può colpire i soggetti immobilizzati a letto, attaccati ai macchinari e obbligati a stazionare in ambienti illuminati dalla sola luce artificiale; tale disturbo si traduce in un forte senso di disorientamento, in quanto mancano i principali punti di riferimento temporali. Uno studio condotto in un ospedale canadese, per esempio, ha dimostrato che il periodo di degenza dei pazienti cardiopatici, collocati in stanze esposte alla luce del sole, è minore dell’11% rispetto ai locali privi di aperture.

Più in generale, i pazienti che possono godere della luce diurna, e magari di un’apertura verso l’esterno, soffrono meno d’ansia e necessitano di dosi minori di antidolorifici. Poi, ulteriori studi dimostrano che i pazienti esposti alla luce naturale tendono a riprendersi più velocemente dalle malattie e riescono a gestire meglio lo stress legato alla degenza ospedaliera.

Le normative a riguardo

In base ai numerosi studi condotti sia in ambito sanitario che in ambito lavorativo, le istituzioni preposte stanno pian piano creando un corpus di norme volte a garantire la presenza di sistemi di luce naturale.

Negli Stati Uniti, per esempio, organi come la Commissione Congiunta per l’Accreditamento delle Organizzazioni Sanitarie hanno formulato delle direttive che fissano degli standard minimi in materia di esposizione alla luce naturale e di aperture sull’esterno, dotate di visuale. In Europa, per quanto riguarda gli edifici non residenziali, in ogni paese è fissata una distanza massima tra il dipendente e la fonte di luce diurna; inoltre, è per lo più vietato realizzare uffici privi di finestre, ossia illuminabili solo da luce artificiale. Rispetto agli Stati Uniti, l’Europa sembra aver riconosciuto il rapporto tra luce naturale e salute in anticipo, ma ora gli studi in merito stanno confermando la correlazione presente e ciò si traduce in interventi di migliorie nelle diverse nazioni.

TOP